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I progressi che si sono avuti nel settore tecnologico hanno profondamente inciso sul modello organizzativo e gestionale delle imprese con un forte impatto sugli ambienti di lavoro, sugli ambienti di vita e condizioni stesse di lavoro.

Gli aspetti di questo cambiamento hanno indubbiamente prodotto degli aspetti positivi all’interno delle organizzazioni ma allo stesso tempo si possono rilevare nuovi rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro.

Con l’avvento delle nuove tecnologie (ICT) viene meno la distinzione tra vita privata e lavoro, inoltre si perdono di vista i vincoli spazio temporali per tutti coloro che operano e collaborano con l’organizzazione, che possono essere raggiunti ovunque e in qualsiasi momento. Quindi se da un lato vi è maggiore efficienza, relazionalità e una cospicua riduzione dei costi, dall’altra si generano dei risvolti negati per i lavoratori.

Il technology stress è definito da Brod come una malattia moderna causata dall’incapacità  di trattare i nuovi metodi di comunicazione e tecnologie in modo sano. Esaminando la relazione tra tecnologia e stress Waltz evidenzia come tanti lavoratori percepiscono ansia quando non hanno con se il cellulare e se lo hanno con sé controllano spesso mail ed sms, anche fuori dall’orario di lavoro.

Il technology stress può essere associato ad una serie di fattori psicosociali, sovraccarico di lavoro, conflitti interpersonali, ambiguità di ruolo, conflitto lavoro – famiglia, ansia, ruolo e insicurezza, processi cognitivi, conflitti e sovraccarico di ruoli e violazione della privacy.

Per intervenire su questa moderna malattia si possono attivare delle strategie a livello individuale e a livello organizzativo.

A livello individuale le strategie sono: il lavoratore mette in atto comportamenti finalizzati a cambiare la situazione migliorando le condizioni di utilizzo o aumentando l’auto-efficacia con della formazione specifica.

A livello organizzativo è fondamentale implementare percorsi di adattamento graduale, attivare delle strategie che portino il lavoratore a non avere un sovraccarico di richieste e riprogettare il lavoro anche in termini di supporto tecnico, formazione e partecipazione dei lavoratori. Le strategie organizzative fanno riferimento ad una prevenzione fondamentale per il lavoratore la quale non può prescindere da una valutazione dei rischi adeguata relativa all’inserimento delle nuove tecnologie in ambito lavorativo.

Fonte: techeconomy.it