Secondo le statistiche, il 2030 sarà l’anno in cui i lavoratori di età compresa tra i 55 e i 60 anni di età, in quasi tutti i paesi europei, costituiranno un ampia fetta della forza lavoro: circa il 30%. L’innalzamento dell’età pensionabile avrà come conseguenza una vita lavorativa più lunga e, quindi, risulta più che mai necessario, fin da subito, garantire e favorire condizioni di lavoro di completa sicurezza.
Seguendo delle pratiche di buona gestione della sicurezza e della salute, dal primo giorno di lavoro fino alla pensione, è possibile migliorare lo stato di salute di tutta la popolazione attiva. Un quarto del lavoratori conferma che il lavoro incide sulla salute e che svolgere le medesime mansioni fino ai sessantanni di età sarebbe quanto meno difficoltoso.
Per tutte queste motivazioni, bisogna intraprendere politiche che tengano in considerazione l’equità e la sicurezza dell’ambiente di lavoro.
Inoltre, questo sostanziale cambiamento demografico porterà, parallelamente ai bisogni di ogni singolo lavoratore, nuovi problemi anche alle organizzazioni e alle aziende: carenza della manodopera, scarsità dei lavoratori qualificati e conseguenti problemi alla produttività.
Queste problematiche potranno essere tamponate promuovendo pratiche di lavoro sicure e rispettando gli obblighi della legge.
La strategia vincente è quella di coinvolgere tutti: lavoratori, dirigenti e datori di lavoro. Pur avendo differenti motivazioni, lo scopo è comune: creare un ambiente in cui la sicurezza e la salute siano al primo posto.
Fondamentale risulta adattare il Lavoro ai cambiamenti funzionali degli individui.
In conclusione, una progettazione corretta dell’ambiente e una buona organizzazione del lavoro comportano benefici per tutte le fasce d’età.