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Il disegno di legge, che prevede la modifica del codice penale, nella sezione che disciplina le pene in caso di morte sul lavoro, è stato presentato al Senato dai senatori Giovanni Barozzino (Sinistra Italiana) e Felice Casson (Partito democratico).

«Questo ddl – spiega il senatore Barozzino, primo firmatario – si inserisce nel solco del Testo unico 81 del 2008 sulla sicurezza dei lavoratori, confermandone il dettato ma inasprendo le pene in caso di colpa cosciente. In sostanza, chi, consapevolmente, provoca la morte di un lavoratore, deve assumersene in pieno la responsabilità, anche sotto il profilo penale».

L’articolo 1 andrà a modificare l’articolo 589 del codice penale che prevede la reclusione dai due ai sette anni nei confronti di chiunque cagioni per colpa, la morte di una persona con violazione delle norme sugli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali. La pena si aggrava in assenza del DVR (Documento Valutazione Rischi) oppure nel caso in cui il datore non comunichi all’Inail la natura delle lavorazioni svolte con i conseguenti rischi.

Se la morte del lavoratore è causata da agenti chimici la pena è aumentata da 8 a 12 anni, raddoppiati gli anni di carcere nel caso in cui la morte sia causato dall’uso di strumenti non conformi ed estese a 18 anni se a morire durante gli incidenti, sono più persone.

Il ddl introduce inoltre nuove tipologie di reato l’omicidio sul lavoro in concorso con lo sfruttamento del lavoratore e l’assenza, da parte del datore di lavoro, dell’assicurazione sugli infortuni sul lavoro.